I vagabondi del Dharma – Jack Kerouac

“Vagabondi del Dharma che si rifiutano di cedere all’imperativo generale che li porta a consumare e dunque a lavorare per il privilegio di consumare tutte quelle schifezze che nemmeno volevano davvero.”

Pubblicato nel 1958, il romanzo di Jack Kerouac I vagabondi del Dharma è da considerare come il prosieguo ideale del romanzo Sulla strada che, nel 1957, lo consacrò come eroe della Beat Generation.

La storia ruota intorno ad un gruppo di ragazzi che hanno scoperto il fine ultimo della vita e dell’universo: il Dharma dei buddisti. La loro nuova visione del tutto li porta ad allontanarsi dalla frenesia della quotidianità, dalla certezza di un lavoro, dall’adorazione di tutto ciò che rientra nella sfera della superficialità e del materialismo. La nuova filosofia di vita è fatta di straordinarie bevute nel quartiere cinese di San Francisco; di scalate sulle ripide montagne della California, sfidando persino la loro mortalità; di meditazioni notturne; di orge ispirate a riti orientali.

Anche qui siamo di fronte ad un viaggio, tratto tipico della vita e dei romanzi di Kerouac: non si parla però del viaggio come scoperta di nuovi luoghi attraverso autostop chiesti per spostarsi da uno Stato americano all’altro come in On the road, si tratta piuttosto del viaggio come ricerca del sè, un percorso spirituale, di crescita, di pace interiore e generosità verso l’altro, lontano dal consumismo americano degli anni ’50.

Qual è il fine ultimo della vita?

In quanto esseri umani siamo parte di un disegno divino che porta con sè un mistero eccezionale: il dono della vita. Il messaggio che i giovani vagabondi del Dharma vogliono dare è di amare ogni singolo tratto della nostra esistenza, di godere a pieno delle gioie che incontriamo lungo il nostro cammino, di guardare alla semplicità, alla bellezza del creato. La felicità, il fine ultimo della nostra esistenza, non risiede nella meccanicità, nell’alienazione di una vita che ci vuole automi, figli di un Dio denaro che decide per noi. Siamo noi gli artefici del nostro destino, liberi di scegliere la vita che vogliamo senza sottostare a regole imposte da chissà chi. Non è facile mettere in atto certi ideali, ma i vagabondi del Dharma ci provano e dimostrano di riuscirci ispirandosi agli insegnamenti della filosofia orientale.

Jack Kerouac è un autore non sempre amato, soprattutto per le sue idee anticonformiste: è un sognatore, un alcolista, amante del sesso promiscuo, insomma uno scrittore atipico in quegli anni. Le tematiche dei suoi scritti riguardavano principalmente la centralità dell’uomo in quanto tale, la sua libertà, la voglia di esplorare, di conoscere e di non piegarsi mai alla logica della società che ci vuole animali sociali-politici.

Rimane però il pioniere della Beat Generation, colui che ha dato il via al concetto della vita on the road e che ha fatto sognare intere generazioni.

 

Antonia

 

 

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