Io sono verticale- Sylvia Plath

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
così da poter brillare di foglie a ogni marzo,
né sono la beltà di un’aiuola
ultradipinta che susciti grida di meraviglia,
senza sapere che presto dovrò perdere i miei petali.
Confronto a me, un albero è immortale
e la cima di un fiore, non alta, ma più clamorosa:
dell’uno la lunga vita, dell’altra mi manca l’audacia.

Stasera, all’infinitesimo lume delle stelle,
alberi e fiori hanno sparso i loro freddi profumi.
Ci passo in mezzo ma nessuno di loro ne fa caso.
A volte io penso che mentre dormo
forse assomiglio a loro nel modo piu’ perfetto –
con i miei pensieri andati in nebbia.
Stare sdraiata è per me piu’ naturale.
Allora il cielo ed io siamo in aperto colloquio,
e sarò utile il giorno che resto sdraiata per sempre:
finalmente gli alberi mi toccheranno, i fiori avranno tempo per me.

Sylvia Plath è stata una scrittrice e poetessa statunitense. Conosciuta per le sue poesie, è stata tra le prime a concepire il genere della poesia confessionale.

La poesia “Io sono verticale” è tra quelle che amo di più. Rispecchia pienamente il disagio esistenziale di Sylvia Plath che, all’età di trent’anni, preferì la morte alla sua giovane vita. Questa splendida e toccante poesia tratta della sua condizione di essere umano, che  in quanto tale vive in posizione verticale, ma preferirebbe vivere in orizzontale, perché è così che si senterebbe meglio: “stare sdraiata è per me più naturale”. Queste due immagini fortemente simboliche e al contempo contrapposte indicano il suo perpetuo malessere, una condizione che influenzerà la scelta di togliersi la vita. La poesia oppone esplicitamente la vita alla morte: è quest’ultima che darebbe pieno sollievo alla scrittrice, la morte la libererebbe dal peso dell’esistenza umana che sentiva tanto soffocante e straziante.

Era il mattino dell’11 febbraio 1963 quando Sylvia Plath decise di togliersi la vita tragicamente: compose la sua ultima poesia “Orlo”, preparò pane e burro, due tazze di latte per i suoi due figli, chiuse porte e finestre e mise la testa nel forno a gas.

Antonia